Paolo Angeli | concerto di presentazione di RADE
Museo Nivola, 4 agosto ore 19.30
in collaborazione con il Comune di Orani e la Scuola di Musica di Orani
Ingresso gratuito
“…Rade sono arrivi e partenze, nelle cale a ridosso, con il viso segnato dalla salsedine ed asciugato dal sole. Attese, calafataggio quando è necessario, piccole riparazioni alla coperta, incontri fugaci, radioline analogiche. E poi carte nautiche piegate male e sporche di caffè, rotte immaginarie, in un mediterraneo navigato rada per rada, trovando nei porti e nelle insenature la protezione dalle mareggiate …”
RADE è un arrivo inaspettato, come un raggio di sole nella stagione delle piogge. La sintesi discografica compiuta da Paolo Angeli, segue a distanza di un anno il successo di critica dell’album Jar’a. Se quest’ultimo contemplava la Sardegna più ancestrale, in Rade il musicista sardo cambia rotta e affronta il Mediterraneo ‘vis a vis’,in una navigazione che ci trascina nell’atmosfera meticcia dei porti del mare-nostrum.
La musica di RADE affiora come un relitto carico di memoria, avvolto da luce accecante, il mare lungo è una superficie in argento, il canto sardo si fonde e confonde con sonorità che evocano una preghiera laica. Le composizioni divengono luoghi utopici di transito, paesaggi onirici abbozzati con la stilografica, aree protette dalla furia della tempesta, che riconducono all’illusione del miraggio. Il mare è il magma che unisce le latitudini delle terre emerse, isole musicali sospese tra popolare e contemporaneo, tra pulsazioni balcaniche, arcate mediorientali, adagi desert nord africani, citazioni di Rebetiko e memorie delle avanguardie storiche, reminiscenze flamenche, fraseggi dissonanti, crescendi epici art-rock e convergenze in squarci di liricità.
RADE è il mosto del secolo scorso, dimenticato nella cambusa, invecchiato, che lascia nei bicchieri di vetro il tannino, per abbandonarsi al ricordo di visioni leggere imbalsamate dalla salsedine. La luce del mare entra nelle nostre case, con la forza dirompente di un’avanguardia mediterranea trasmessa oralmente da un Caronte gioioso che, immaginando una navigazione che non conosce frontiere, si esprime con mille lingue, le usa per un attimo e poi le getta via.
“… E maglie a righe fuori dal tempo per rinnovare, ancora una volta, nel rituale dell’ascolto di un disco, la necessità di gioia…”
Cresce con il viso rivolto verso il mare, a Palau, nella punta nord della Sardegna.
Partendo dallo strumento tradizionale ha ideato una vera e propria chitarra orchestra: 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare creazione il musicista sardo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock.
A partire dalla metà degli anni ’90, Paolo Angeli ha pubblicato 12 album da solista. Dal 2005 vive in Spagna e suona regolarmente in tour nei più importanti festival e teatri di tutti i continenti. Nel 2018 Angeli si è esibito alla Carnegie Hall di New York, entrando così nella rosa dei più importanti musicisti ‘innovatori con radici’ della scena mondiale.
Se determirante negli anni ’90 fu l’incontro di Paolo Angeli con l’anziano custode delle forme galluresi e logudoresi Giovanni Scanu e con il maestro indiscusso dell’avanguardia Fred Frith, altrettanto importante si rivela nel 2003 la richiesta di un nuovo modello di chitarra sarda preparata da parte del chitarrista statunitense Pat Metheny. Ha improvvisato e collaborato con Fred Frith, Iva Bittova, Hamid Drake, Evan Parker, Antonello Salis, Pat Metheny, Jon Rose, ecc.