Brigantinas | public program

Nell’ambito del public program della mostra dedicata al progetto fotografico di Nicola Lo Calzo, Brigantinas, la mattina del 27 ottobre è prevista una sessione di approfondimento sul tema della rappresentazione delle identità e delle sue implicazioni politiche e sociali tra sguardo interno e sguardo esterno.

Ecco il link per partecipare via streaming > https://mousike-org.zoom.us/j/82134787132

Le relazioni di studiosi e ricercatori come Federica Pau, Lia Turtas e Sara Corona Demurtas (ricercatrici del collettivo di ricerca Filosofia de Logu), Franciscu Sedda (professore ordinario di Semiotica all’Università di Cagliari), Maria Bonaria Urban (Director of Studies in History al Reale Istituto Neerlandese di Roma), Antonello Zanda (direttore del Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria della Cineteca Sarda di Cagliari) focalizzano i processi di formazione degli stereotipi e dell’invenzione del folklore nei vari ambiti artistici, ragionando sulle possibilità di decolonizzazione del pensiero e della ricerca in Sardegna.

I loro interventi verranno preceduti da quelli di Nicola Lo Calzo, autore di Brigantinas, e dai curatori Elisa Medde e Giangavino Pazzola che – insieme al presidente e al direttore del Museo Nivola, Giuliana Altea e Luca Cheri – coordineranno le sessioni di dialogo. Sarà possibile seguire l’incontro anche in modalità online, iscrivendosi al link dell’evento diffuso dalla comunicazione del Museo Nivola.

Programma della giornata, biografia degli autori e abstract delle relazioni

10,30 – 10,40: Saluti istituzionali
Giuliana Altea, presidente Fondazione e Museo Nivola
Luca Cheri, direttore Museo Nivola
______________________________________________________________

10,40 – 10,45: Brigantinas – introduzione al progetto e apertura lavori
Elisa Medde, curatrice del progetto
Giangavino Pazzola, curatore del progetto
_______________________________________________________________

10,45 – 11,00: Brigantinas, l’odore del fieno bruciato
Le parole di Romano Ruju sono l’incipit di una riflessione sull’esperienza della subalternità in Sardegna e sulle molteplici maniere in cui essa è vissuta e rappresentata all’interno di logiche opposte di resistenza, di potere e di normalizzazione. Sono estratte dalla celebre opera teatrale Su connottu, il cui titolo fa riferimento al grido popolare lanciato dalla contadina nuorese Paska Zau contro l’abrogazione dell’Istituto degli ademprivi (1865), provvedimento con il quale i Savoia portano a termine il processo di privatizzazione delle terre intrapreso già dal 1820 con la promulgazione dell’Editto delle chiudende. Il motto darà il nome alla rivolta popolare che segnerà l’immaginario collettivo.

La riflessione di Lo Calzo sulle memorie subalterne si sposta dai mondi postcoloniali atlantici alla storia italiana post unitaria e contemporanea, attraversata da altrettanti rapporti di “colonialità-modernità”, nei confronti dei quali la risposta dei subalterni ha preso forme diverse.

In queste molteplici “tracce di iniziativa autonoma” (Gramsci, Quaderno 25, 1934), la terra é stata ed è al centro della soggettività sarda, in quanto estensione dei corpi, luogo privilegiato delle oppressioni ma anche luogo delle possibilità, spazio utopico. Brigantinas racconta come la “soggettività sarda” si traduce in un rapporto specifico tra persona e terra, relazione costruita su una storia di lotte e di resistenze, passate e contemporanee, ma anche di negoziazioni, riappropriazioni, perdite e aggiustamenti. L’esperienza femminile è fondamentale per adottare una prospettiva intersezionale che faccia emergere un rapporto costante e sempre rinnovato con la terra, storie invisibili o neglette e modi diversi di affermare la propria soggettività.

Nicola Lo Calzo, artista e fotografo, autore di Brigantinas
____________________________________________________________________________

11,00 – 11,20: Banditi: fra invenzione e folklore
Da quali insiemi di pratiche e rappresentazioni si origina la figura del bandito? Dentro quale campo di trasformazioni storiche e di conflitti discorsivi si va a definire questa figura, il suo valore e la sua posizione, nel campo della cultura sarda? Quali sono le implicazioni di questa invenzione della tradizione, della memoria, che penetrando nel tessuto vivo di una cultura ne definisce tanto l’ideologia quanto il folklore? Per prospettare alcune risposte – e condividere metodi e strumenti di analisi – ripartiremo da prese di posizione in materia da parte di Grazia Deledda, Paolo Orano, Antonio Gramsci (ma anche Sergio Atzeni, per arrivare con un’ellissi alla nostra contemporaneità): frammenti densi e rivelatori di più ampie dinamiche storico-sociali, nonché di fratture della nostra coscienza con cui ancora facciamo i conti.

Franciscu Sedda è professore ordinario di Semiotica presso l’Università degli Studi di Cagliari. È stato visiting professor presso la Harvard University e la Pontificia Universidade di São Paulo. Fra i suoi ultimi lavori la curatela del volume Simboli d’oggi. Critica dell’inflazione semiotica (con D. Mangano, Milano 2023).
___________________________________________________________________

11,20 – 11,50: Soggetti espropriati e luoghi senza cura: realtà sarda, complessità e rappresentazione coloniale
Il discorso sul modo in cui la cultura e i luoghi condizionano il nostro modo di percepire il mondo trova un’interessante declinazione nel momento in cui si decide di prendere in esame la realtà storico-sociale della Sardegna. Una realtà che descrive una condizione di grande complessità, in cui il potere di rappresentazione del colonialismo culturale assume un ruolo da protagonista nella creazione di un soggetto scisso. Con un confronto a tre voci, quelle di Sara Corona, di Federica Pau e di Lia Turtas, il collettivo di ricerca Filosofia de Logu offrirà una chiave per leggere questa complessità.

Sara Corona è laureata in archeologia preistorica e ha conseguito una specializzazione in sociopolitiche del patrimonio culturale con il master in Heritage Studies di University of Cambridge. Su diverse piattaforme, dai social alla televisione e radio, si occupa di divulgazione relativa all’archeologia e al patrimonio con focus sulla lingua. Studia i modi attraverso i quali il patrimonio culturale viene usato a scopi politici, focalizzandosi sul mantenimento dell’unità dello Stato con la costruzione dell’identità nazionale e il contrasto delle identità etniche minoritarie.

Federica Pau è dottore di ricerca in Estetica e Teoria delle arti e cultore della materia in Estetica all’Università degli Studi di Cagliari. Le sue ricerche sono focalizzate sull’estetica e le teorie urbane, del paesaggio e dell’architettura. Tra i suoi lavori, la monografia Idea architettonica e figura della città (2009). Insieme a Luca Vargiu ha curato il volume Following Forms, Following Functions: Practices and Disciplines in Dialogue (2018) e Le arti e l’esperienza estetica. Suoni, immagini e parole per Maria Barbara Ponti (2022). Fa parte del collettivo di ricerca Filosofia de Logu dalla sua fondazione.

Lia Turtas è Ph.D. in Romance Studies alla Cornell University (2020) con una tesi sulla figura dell’automatismo nel cinema italiano. Ha scritto sui fantasmi del cinema pasoliniano (2018), è co-traduttrice dell’edizione inglese di Forma ed evento. Principi per una interpretazione del mondo greco di Carlo Diano(2020) e ha contribuito al volume Pier Paolo Pasolini Philosopher (2022) con un saggio su Alain Badiou e Pasolini. In Filosofia de Logu ha partecipato al volume Logu e logos. Questione sarda e discorso decoloniale (2024) con una riflessione sull’animismo di Emilio Lussu e Michelangelo Pira contro l’“espropriazione dell’anima”.
________________________________________________________________________________

11,50 – 12,10 : Nel laboratorio dell’immaginario sardo: dallo spettacolo etnografico all’isola-mondo
Interrogarsi su come la Sardegna e i sardi sono stati rappresentati nella produzione letteraria e cinematografica significa riflettere sui processi di costruzione dell’immaginario. Nella ricerca Sardinia on Screen (Urban 2013) emerge una continuità nella mediazione del ‘carattere sardo’ dalla letteratura al cinema, figlia di una cultura europea che ha rappresentato il mondo sardo in chiave primitiva ed esotica, caratteristiche ricorrenti nello stereotipo del Sud ma anche nell’elaborazione dell’immaginario dei popoli coloniali. Allargando lo sguardo oltre i confini dell’isola, alla luce degli studi postcoloniali, la rappresentazione del mondo sardo deve essere letta come una delle molteplici articolazioni discorsive del diverso. Essa riflette rapporti diseguali di potere e rivela la condizione di subalternità politico culturale che ha caratterizzato l’Isola nella sua storia.

Per decostruire l’immaginario dell’alterità bisogna entrare idealmente nel ‘laboratorio’ in cui tale repertorio è stato elaborato, interrogarsi sui dispositivi utilizzati e sugli agenti di processo.
Si avanza inoltre una riflessione sul rapporto fra autorialità ed esotismo nell’immaginario filmico sostenendo che l’affermarsi di autori radicati nella cultura regionale in un’epoca segnata dalla globalizzazione ha senza dubbio contribuito a modificare lo sguardo sulla realtà isolana e ciò lo si coglie proprio dal modo in cui essi si pongono rispetto all’esotismo.

Maria Bonaria Urban è Senior Lecturer presso il dipartimento di Studi Italiani dell’Università di Amsterdam dal 2003 e ricopre l’incarico di Director of Studies in History al Royal Netherlands Institute in Rome. Fra le ultime pubblicazioni si ricorda la co-curatele di “‘Us’ versus ‘Them’”: Exploring Transatlantic Practices of Fascism(s) and Populism(s) from the Margins” nella collana Studies in Fascism and the Far Right (Routledge, 2025). Coordina il gruppo di ricerca MeMo: Mediating Memories of Fascism, Dictatorship and War ed è membro dell’Amsterdam Centre for European Studies (ACES) dell’Università di Amsterdam, della redazione di Journal of Italian Cinema and Media Studies.

12,10 – 12,30: L’immagine dell’identità
L’immagine dell’identità – così come viene promossa nella fotografia e nel cinema, ma anche percepita su un ampio terreno mediatico – presenta cristallizzazioni delle forme di potere esercitate e attive sul piano delle relazioni sociali. Le tradizioni rappresentate testimoniano da un lato il persistere di un “sentire” (che è anche un “sentirsi”) ancorato al passato e alle forme sociali di convivenza comunitaria, oggi sopravviventi nelle forme di autorappresentazione mitologica; dall’altro denunciano narrazioni di uno sguardo omologante e anestetizzante, che appiattisce su un piano culturale e inoffensivo la diversità storica. Le trasformazioni che la storia (e la tecnica) impone tendono ad assorbire le differenze e a scioglierle in una nuova soluzione neutrale funzionale al consolidarsi dei poteri dominanti. La consapevolezza di queste dinamiche consente tuttavia al cinema e alla fotografia la produzione di immagini dell’identità che resistono e non si lasciano assorbire nelle gratificazioni di un bello astratto e acquiescente.

Antonello Zanda è Direttore del Centro Servizi Culturali della Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari. Scrittore, giornalista e operatore culturale, ha pubblicato articoli e saggi di letteratura, antropologia, filosofia, arti figurative e cinema. Ha scritto e collaborato con numerose riviste culturali e di attualità e ha fondato numerose riviste che operano nei campi del cinema (nel 2009 la rivista sarda di cinema Teorema), della critica arte e della letteratura. Per la CUEC ha curato la collana editoriale Estroversi.

Main partner

Info museo


ORARI
Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica : Orario continuato 10.30 – 19.30
Chiusura settimanale: mercoledì 

BIGLIETTI

Intero: € 7,00
Adulti.    

Ridotto: € 5,00
Visitatori in possesso della Mappa dei luoghi della cultura ( validità fino al 31 ottobre 2019), studenti con documento valido di riconoscimento; Soci CTS; possessori di un biglietto vidimato nello stesso anno solare del Museo delle Maschere di Mamoiada o dell’Acquario di Cala Gonone; gruppi a partire da 10 persone

Gratuito
Bambini e ragazzi sino ai 18 anni; visitatori con disabilità e un loro accompagnatore /accompagnatrice;  guide turistiche iscritte al Registro Regionale; Soci della Peggy Guggenheim Collection; Soci ICOM; cittadini di Orani

Membership
L’ingresso è gratuito per tutti i soci del Museo Nivola.Diventa socio oggi stesso!

VISITE GUIDATE
Mattina ore 11:30 – Pomeriggio ore 16:00;
Su prenotazione per i gruppi a partire da 10 persone.
Costo della visita: 2,00 € oltre il prezzo del biglietto

Museum info


TIMETABLE
Monday, Tuesday, Thursday, Friday, Saturday and Sunday: Open all day 10.30 – 19.30.
Weekly closing: Wednesday

TICKETS

Adults
Full: € 7,00
Students with full ID; CTS members; visitors of the Museo delle Maschere in Mamoiada or of the Acquarium of Cala Gonone with a ticket issued on the same year, groups of 10 or more

Reduced: € 5,00
Kids under 18; visitors with disabilities and one accompanying friend; professional tourist guides registered in the Registro Regionale; Peggy Guggenheim Collection members; ICOM members; Orani’s citizens

Membership
Admission is free to all Nivola Museum Members. Become a member today!

GUIDED TOURS
Morning: 11.30 am – Afternoon: 4 pm;
Reserved for groups of 10 people.
Cost of the guided tour: 2,00 € in addition to the cost of admission

Buy ticket