Il Museo Nivola annuncia la proroga della mostra “Bona de Mandiargues. Rifare il mondo” fino a domenica 3 marzo 2024.
Il progetto espositivo, a cura di Giuliana Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri e Caterina Ghisu, promosso dalla Fondazione di Sardegna attraverso il programma AR/S Arte condivisa, ricostruisce per la prima volta, basandosi su estese ricerche d’archivio, l’itinerario dell’artista attraverso 71 opere realizzate tra il 1950 e il 1997, provenienti dalla collezione degli eredi e da numerose raccolte pubbliche e private.
“Siamo orgogliosi – afferma il direttore Luca Cheri – che la riscoperta di Bona de Mandiargues parta dal Museo Nivola. Il successo dell’esposizione dimostra quanto l’opera di Bona sia ancora oggi capace di sorprendere e affascinare. La mostra è un vero e proprio viaggio inaspettato in un universo creativo che lascia le visitatrici e i visitatori meravigliati per la sua originalità e la sua potenza”.
Il percorso espositivo prende l’avvio da un gruppo di preziosi dipinti che segnano l’avvicinamento di Bona de Mandiargues all’immaginario surrealista, e prosegue con una selezione di paesaggi infuocati del 1955-56, influenzati da un viaggio che l’artista compì nell’Alto Egitto. Si continua con le opere astratte e materiche della seconda metà degli anni cinquanta, fino ai primi sessanta, quando l’artista incontra la cultura messicana e aggiunge nuovi elementi al suo immaginario. Mentre il ricordo della pittura metafisica riemerge e connota le opere degli anni settanta, con omaggi a De Chirico, Savinio e Magritte. Nel decennio successivo, in linea con le tendenze del periodo, si registra un ritorno ancora più marcato alla pittura. La maturità piena dell’artista vede un ulteriore sviluppo dei filoni di ricerca già avviati, mentre si intensifica la presenza dell’immagine simbolo della lumaca e quella del tema del ritratto e dell’autoritratto. Quest’ultimo, centrale nella sua ricerca, reca, tra le opere in mostra, diversi importanti esempi: dal piccolo e aggraziato autoritratto giovanile a quello flamboyant del 1968, al volto ieratico e stilizzato di Bona à Mexico del 1991, fino a quello del 1994 che mostra il volto di Bona moltiplicato e scomposto in dettagli, specchio della continua tensione, nell’opera dell’artista, tra la frammentazione del soggetto e la sua affermazione.
Oltre alla mostra e alla collezione permanente, il calendario del Museo Nivola è fitto di appuntamenti per grandi e piccoli, mentre proseguono i lavori per la nuova area accoglienza, il parco di scultura e il padiglione destinato alle residenze artistiche, per un museo sempre più bello, accessibile e inclusivo.
Il programma espositivo proseguirà con la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista Siro Cugusi (1980), a cura di Luca Cheri e Camilla Mattola (inaugurazione il 30 marzo). Artista squisitamente dedito alla pittura, Cugusi realizza grandi tele di ascendenza surrealista, in cui ricordi della pittura rinascimentale e echi modernisti si fondono in paesaggi onirici e inquietanti, popolati da figure al crocevia tra botanica, geologia, zoologia e meccanica, e dove l’elemento antropomorfo fa capolino, mimetizzato e trasfigurato, o a volte solo evocato, dal colore e dalla forma.
Tra le rassegne extra-muros, a partire dal 2 marzo, la mostra L’Onda Nuragica. Arte, Artigianato e Design alla prova della preistoria al Padiglione Tavolara di Sassari, curata da Giuliana Altea, Antonella Camarda e Luca Cheri che esplora l’impatto della cultura nuragica, l’antica civilità dei Sardi, nell’arte, nel design, nell’artigianato del Novecento e nella cultura popolare e nei mass media contemporanei.
A fine giugno 2024 sarà la volta al Museo Nivola della personale di Nairy Baghramian (1971), vincitrice del Premio Nivola 2023. Per gli spazi del museo, Baghramian, fra le più acclamate scultrici contemporanee internazionali, realizzerà un progetto site-specific che, attraverso forme, materiali e relazioni, celebrerà lo spirito collaborativo di Costantino Nivola e l’unicità di un luogo magico come il Museo Nivola, avamposto della cultura contemporanea e spazio di condivisione nel cuore del Mediterraneo