a cura di Silvia Fanti
Museo Nivola, Orani
La mostra I’m back di Christian Chironi riflette sui valori e i significati associati alla vicenda di Costantino Nivola, artista operante sulla scena internazionale del Modernismo di metà Novecento, ma fortemente legato al suo paese d’origine, Orani in Barbagia, luogo di infiniti ritorni e abbandoni.
Come Nivola, anche Chironi è partito da Orani e vi torna in questa occasione, dopo una serie di esperienze che lo hanno condotto in luoghi e contesti differenti, nell’ambito del progetto My house is a Le Corbusier sostenuto dalla Fondation Le Corbusier e ora anche dalla Fondazione Nivola.
Nei primi anni Ottanta Costantino Nivola, ormai malato, telefona da Long Island al nipote Daniele, chiedendogli di andare nella sua abitazione in Toscana, in un ultimo tentativo di riportare le sue cose a Orani. Daniele ricorda: “Mi ha detto: vai a Dicomano e cerca di prendere quello che c’è. Compresa la macchina! Ci sono due manifesti artistici di un certo valore… Steinberg… C’erano sculture sue, quadri… Il Picasso non c’era più… Alla fine ho anche lasciato dei bozzetti. Non ci stava tutta la roba nella macchina.”
Daniele si imbarca dal porto di Civitavecchia con una Fiat 127 carica di opere d’arte, facendo rientro in paese con la consapevolezza di avere portato con sé solo una piccola parte di quel patrimonio – culturale e esistenziale. Cosa trasportava quell’auto e cosa ha riportato indietro? Un lascito materiale, ma anche l’avvio di una staffetta simbolica, un incitamento ad ‘andare’ e sentirsi abitante del mondo.
A distanza di molti anni da quel viaggio, Cristian Chironi attraversa l’abitato e parcheggia la medesima macchina nel padiglione del Museo Nivola per le mostre temporanee, il vecchio lavatoio di Orani, caro allo scultore in quanto luogo-simbolo dell’antica vita comunitaria del paese.
Un gesto artistico e performativo che rende la temperatura dell’intera mostra-installazione, intitolata I’m back, portando lo spazio del museo sulla strada e viceversa, in un viaggio fatto di partenze e ritorni, di corrispondenze generazionali, di incontri e visioni immaginarie registrate dal finestrino.
Dentro l’abitacolo di una Fiat 127 modello Special, ribattezzata Camaleonte per la capacità di mutare colore della carrozzeria a seconda dei luoghi in cui sosta, sarà possibile ascoltare audio-documenti e le composizioni sonore del progetto My sound is a Le Corbusier, nato dalla sinergia con diversi musicisti (Francesco Brasini, il Coro di Radio France, Massimo Carozzi, Alessandro Bosetti). Le composizioni sonore sono state registrate in varie abitazioni sparse nel mondo disegnate da Le Corbusier, il grande maestro del modernismo architettonico che a Nivola, suo amico e collaboratore, aveva consegnato il progetto di una casa per Orani, destinata proprio al padre di Daniele e mai realizzata: quel progetto che a sua volta ha dato origine a My house is a Le Corbusier.
Attorno alla ‘macchina per abitare’, customizzata da Chironi seguendo gli accostamenti cromatici tipici di Le Corbusier, si sviluppa un ambiente che condensa segni di viaggio e transito, in un remix divertito di storie e valori.
Lo slogan di Le Corbusier ‘Una casa è una macchina per abitare’ ricompare manipolato in un poster pubblicitario di auto anni ’70 che gioca tra istanze pop, memoria e immaginazione. La Fiat Camaleonte è messa in sosta temporanea da un segnale stradale improbabile: uno ‘step-stop’ che indica dei gradini-davanzali stilizzati, e rimanda all’ultimo viaggio e residenza di Chironi a Chandigarh in India, e al disegno sulla facciata della Casa Museo Pierre Jeanneret, abitata dall’artista per un mese. Una grande Madre di Costantino Nivola, scultura presente nello spazio espositivo, è usata come taccuino e diario di bordo: la superficie dell’opera accoglie proiezioni video irradiate da un proiettore posto su un puntello per edilizia, strumento funzionale che accompagna il visitatore attraverso i viaggi e le soste che hanno caratterizzato il progetto My house is a Le Corbusier con documenti di esperienze in Italia, Francia, Argentina, India… Orizzonti, come lo skyline velocemente disegnato sulla lettera del CONI che invita Chironi ad esporre per le prossime Olimpiadi in Corea, a cinquant’anni esatti dall’analogo invito rivolto a Nivola per le Olimpiadi a Città del Messico del 1968.
I’m back è una mostra che parla di strade parallele, incroci, deviazioni, allontanamenti e ritorni a casa. Un viaggio dal navigatore impazzito che mette Orani al centro del mondo.
Cristian Chironi
Cristian Chironi è nato a Nuoro e cresciuto a Orani. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Utilizza diversi linguaggi, facendoli dialogare spesso insieme. Ha realizzato lavori site-specific di carattere performativo e installativo, cercando sempre l’interazione con il contesto, sia esso umano (pubblico) che ambientale (spazio). Vive, lavora ed espone in diverse parti del mondo. Tra le mostre più recenti: My house is a Le Corbusier (Esprit Nouveau Bologna; Studio-Apartment Paris; Unité d’habitation Marseille; Casa Curutchet, La Plata; Pierre Jeanneret Museum, Chandigarh); Lo stato delle cose, 16a Quadriennale Palazzo delle Esposizioni, Roma; Falsa Torment, Casa Wabi, Puerto Escondido; ECO, CND – Centre National de la Dance, Pantin Paris.
Cristian Chironi. I’m back
Catalogo : Postmedia Books
Main sponsor: Fondazione di Sardegna
Partner istituzionali: Regione Autonoma della Sardegna, Comune di Orani