a cura di Claudia Melis e Chiara Peru
Museo Nivola, Orani
Il Museo Nivola è lieto di presentare la personale di Sarah Revoltella You May Say I Am a Dreamer. Il progetto punta lo sguardo su una contemporaneità caratterizzata dal conflitto e dall’imposizione di logiche totalizzanti che tendono a cancellare le diversità in nome di un modello unico di pensiero.
Contro questa visione che impoverisce la molteplicità del reale, l’arte può costituire uno strumento di analisi, di riflessione e infine di resistenza.
La mostra presenta per la prima volta al pubblico il grande arazzo Stelle e conflitti realizzato in collaborazione con le tessitrici di Nule guidate dalla textile designer Eugenia Pinna. Attraverso la sovrapposizione alla mappa celeste dei buchi neri elaborata dalla NASA di quella terrestre che visualizza le guerre attualmente in corso in tutto il mondo, Revoltella allude all’energia negativa sprigionata dai conflitti in una spirale di violenza che assume dimensioni cosmiche.
A questa negatività l’artista contrappone la forza positiva del lavoro umano e dello sforzo condiviso. Come afferma Revoltella, per mezzo della collaborazione fra artiste e artigiane si realizza “un progetto collettivo, nel quale ogni punto di tessitura diventa anche un atto simbolico volto al disarmo”, acuendo “la consapevolezza che noi siamo anche quello che produciamo”.
Lo stesso tema si ritrova in Io Combatto, altro lavoro presente in mostra, che attraverso installazioni e performance ribalta il potenziale distruttivo delle armi, facendone simbolo insieme di fragilità e di speranza.
Il rifiuto della guerra è anche la celebrazione della diversità: nella grande installazione Polarizzazione una schiera di statuine in ceramica colorata ci mostra con umorismo e leggerezza una variegata umanità che rifiuta di lasciarsi classificare entro schemi manichei e di farsi rinchiudere in identità fisse.
L’intero progetto è animato da uno sguardo utopico che può forse apparire ingenuo, ma in realtà si basa sul presupposto, già formulato da Bronislaw Baczko, che le utopie – se pure irrealizzabili per definizione – funzionino in realtà come idee-guide e idee-forza capaci di orientare e mobilitare le speranze e di sollecitare le energie collettive.
Il catalogo, con testi di Giacinto Di Pietrantonio e delle curatrici, è edito da Soter.